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Curiosità di Torino

13 Novembre 2019 By Cucina Comments Off

La colazione è un rito, non a caso è il momento più importante della giornata e una colazione nutriente ci regala quella sferzata di energia che ci fa tirare avanti tutta la giornata.

Caffè Al Bicerin Piazza della Consolata 5, Torino

Dal 1763 a Torino.
Immaginate di essere in pieno Ottocento… immersi nel profumo che avvolge il locale… sedetevi allo stesso tavolino di Cavour… ordinate un bicerin e godetevi il suo gusto dolceamaro fatto di cioccolata, caffè, crema di latte. Questo, e solo questo, è il bicerin, la bevanda simbolo di Torino, nata qui, ideato da Cavour Un luogo dove la golosità ha fatto storia. Varcate la soglia del Caffè Al Bicerin per scoprire la calda ed elegante atmosfera di questo minuscolo locale, rimasto identico a com’era duecento anni fa. Meta obbligata ed esperienza imperdibile per tutti i golosi.

Oggi si fa ancora come allora, cioè aggiungendo cioccolata calda e crema di latte dolce al caffè espresso. Nei primi anni il rituale del servizio prevedeva tre varianti “pur e fiôr”, con solo caffè e latte, “pur e barba” con caffè e cioccolata, oppure “un pô d’ tut” con tutti gli ingredienti.


Il Giandujotto potete trovarlo da Guido Gobino, via Lagrange 1, Torino

I giandujotti, sono dolcetti a forma di piccola barca rovesciata letteralmente inventati dai cioccolatieri torinesi per reagire al blocco europeo del cacao imposto da Napoleone. Sostituito nell’impasto dalle nocciole tostate (prima clandestinamente, poi come cioccolato alla nocciola detto “Gianduja”). Indipendentemente da come è fatto –a mano, modellato e colato in stampi, oppure estruso da una macchina– il Tourinot di Guido Gobino con il 30% di nocciole in 5 grammi di cioccolatino, resta le migliore tra le mille tentazioni dolci della città.


Gelato | Alberto Marchetti

In piazza Paleocapa c’è il primo, timido Grom, che i volenterosi fan salutano come il luogo da dove tutto è cominciato. Poco distante, sempre nei pressi della stazione, c’è invece Alberto Marchetti con irresistibili versioni dei classici, dal gianduja allo zabajone, e spunti più creativi, vedi farina bona. Sì, certo, con la primavera arriveranno anche le granite.
Alberto Marchetti, via Vittorio Emanuele II 24/bis, Torino.


Cioccolata Calda | Caffè Platti

E’ una bomboniera ovattata in stile Belle Epoque, fa due versioni strepitose, quella normale (si fa per dire) e l’altra, un paradiso in terra, con tonica aggiunta di Cointreau e scorzette d’arancia.
Platti, corso Vittorio Emanuele II 72, Torino.


Meringa con la panna | Ghigo

Per chi è nato a Torino lo spumone bianco di zucchero e albume esposto in bella vista sui banconi delle pasticcerie è il dio delle madeleine. Specie se al momento del servizio viene aggiunta con gesto risoluto una palettata di panna montata fresca. Per chi intende reagire alle misure mignon di pasticcini e cioccolatini, la meringa con panna torinese è un invito al club dei trigliceridi. Quella che nel 1870 quando è stata aperta, era solo una latteria, oggi spicca come migliore interprete della città, trovate la pasticceria Ghigo lungo i portici di via Po.
Pasticceria Ghigo, via Po 52/b , Torino.


Marron Glaces | Pfatisch

Per ritrovare i sorrisi persi durante la giornata nulla può come la castagna sciroppata e coperta da glassa di zucchero, raccolta perlopiù nella vicine valli del cuneese, specialità di casa Pfatisch insieme all’imperdibile Umbertino, biscotto-omaggio per il principe Umberto II. Siamo ovviamente in un caffè storico fondato nel 1915 da un pasticcere bavarese dove sottoporsi volentieri all’estasi del marron glaces, che è meglio.
Pfatisch G., via sacchi 42, Torino.


Marocchino | Pasticceria Venier

Trattasi di caffè servito in un bicchiere di vetro con l’aggiunta di cioccolato fondente sul fondo, quindi latte schiumato con sploverata finale di cacao amaro. Un po’ fratello minore del Bicerin vanta innumerevoli estimatori, specie nell’esecuzione della nota pasticceria Venier.
Pasticceria Venier, via Monte di Pietà 22/b, Torino.


Zabajone | Al Bicerin

Decidete voi se credere ai reggiani che rivendicano l’invenzione, o alla versione torinese che accredita l’ideazione dello zabaglione al frate francese Pasquale de Bayon (da cui crema di San Bajon), che consigliava alle parrocchiane di riaccendere il testosterone del coniuge con un tuorlo d’uovo, due cucchiai di zucchero, due gusci d’uovo di vino marsalato e uno di acqua. Quel che conta è provarlo nel già citato Al Bicerin, oppure al Caffè Fiorio, in via Po, 8, rinomato anche per li suoi gelati.
Caffè Al Bicerin, piazza della Consolata 5, Torino.


Pastiglie di Zucchero | Leone.

La dicitura completa è: pastiglie di zucchero della tradizione torinese, delicata confetteria a base di zucchero a velo, con innesto di estratti di erbe e piante aromatiche. Ma ai torinesi, e per fortuna a molti italiani, la spiegazione della famosa pastiglia Leone non serve. Inventata ad Alba, nelle Langhe, oltre 150 anni fa, si è evoluta con il gusto dei più, tanto che oggi esistono pastiglie al gusto di Chinotto di savona, al Panettone, o addirittura all’assenzio.
Pastiglie Leone, via Italia 46, Collegno (TO).

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